Il Fumetto è la Nona Arte?

Se c’è una cosa davvero stupida e fuorviante, ma purtoppo anche terribilmente affascinante,  è la classificazione in ordine numerico cardinale delle cosiddette “belle arti”, giacché si tratta di una convenzione assolutamente arbitraria e che soprattutto non tiene minimamente in conto delle ibridazioni, da cui alcune delle arti visive derivano: così come il cinema è una forma evolutiva della fotografia ed oltretutto basato sulla scrittura e sull’analisi pittorica del mondo reale, allo stesso modo il Fumetto è palesemente figlio della fusione di Pittura, Fotografia e persino Cinema.

Ad ogni modo, precisiamo che il nomignolo di Nona Arte deriva in modo abbastanza incongruo dalla classificazione più comune nel nostro paese ovvero quella nata ai primi anni del secolo scorso, dopo l’invenzione dei fratelli Lumière, grazie alla definizione linguistico-teorica assegnatagli dal poeta italiano Ricciotto Canudo, noto anche per aver fondato nel 1920 in Francia il “Club des Amis du Septième Art” (uno dei primi cineclub di Parigi):  egli postulava l’esistenza di due arti fondatrici, l’Architettura e la Musica, scoperte dall’uomo primitivo fabbricando la sua prima capanna e danzandovi attorno per la gioia; la Pittura e la Scultura sarebbero nate poi, come declinazioni dell’Architettura ed infine la Poesia e la Danza, come prolungamenti della Musica; Canudo concludeva infine il cerchio dicendo che il movimento dell’estetica arrivava infine trionfalmente, con la fusione totale di tutte le vecchie sei arti, all’appena nato Cinema, che di conseguenza diventava la Settima Arte.

Thierry Groensteen (direttore del Museo del Centro Nazionale del Fumetto francese CNBDI e figura culturale di riferimento mondiale) racconta che nel 1964, dopo che da anni era avvenuta l’istituzionalizzazione in Europa delle citate sette arti, il critico d’arte Claude Beylie propose il termine Ottava Arte per tutte le produzioni Radio-Televisive e quello di Nona Arte per il Fumetto.

Giusti o sbagliati che furono i ragionamenti di Canudo prima e di Beylie poi, sta di fatto che da quel momento fiorirono ovunque riviste e libri di analisi storica del fumetto definito sempre come Nona Arte: Morris (il creatore di Lucky Luke) e Pierre Vankeer presentavano ogni mese sulla rivista Spirou i grandi classici del fumetto, soprattutto americani, in una rubrica denominata “Cronache della nona arte” e persino Francis Lacassin, allora titolare di un corso sulla storia e l’estetica del fumetto alla Sorbonne, scrisse una saggio oramai celebre dal titolo “Per una nona arte, il fumetto“.

Quello che ci sentiamo noi di Alka Traz di dire è che senza dubbio il Fumetto, come già prima il Cinema, è senza dubbio alcuno una forma espressiva di sintesi di tutte le forme artistiche precedenti e che spesso gli autori più importanti e creativi non esitano a produrre tavole con tecniche miste, per le quali è davvero difficile chiuderle nell’angolo di una singola definizione: così come autori di cinema come David Lynch, Wes Anderson o Michel Gondry creano film con tecniche prese in prestito dalla fotografia, dalla visual art, dal collage, dalla scultura e dall’animazione in stop motion, così fumettisti come Alberto Breccia, Frank Miller, Bill Sienkiewicz o Dave McKean, quando disegnano le loro storie non fanno mistero di mettere in scena romanzi illustrati o film dipinti.

Buona lettura a tutti!