On Your Mark, il prologo al Miyazaki di Mononoke

I cantautori giapponesi Chage & Aska, nati come duo musicale negli anni 70 del secolo scorso e particolarmente attivi sulla scena J-Pop per tutto il decennio successivo, per celebrare degnamente l’inaspettato e felicissimo exploit di vendite da loro raggiunto anche agli inizi degli anni 90 (con conseguente grande popolarità televisiva), decisero nel 1994 di affidare al leggendario Studio Ghibli (fondato dall’immenso fumettista, animatore, sceneggiatore e regista Hayao Miyazaki, assieme al produttore Toshio Suzuki ed al regista Isao Takahata) la realizzazione di un videoclip musicale interamente animato, che promuovesse il loro nuovo singolo appena pubblicato: da questo progetto nacque On Your Mark, un elaborato cortometraggio di 6 minuti e 48 secondi, ideato, sceneggiato e diretto da Miyazaki in persona durante il momento di transizione ed evoluzione creativa probabilmente più importante di tutta la sua carriera, tanto da poter essere assunto come momento d’inizio del nuovo stile maggiormente concettuale ed adulto del nostro autore.

Proprio in quell’anno, infatti, il maestro indiscusso del cinema d’animazione nipponico, appena reduce dai fasti del precedente e celeberrimo Kurenai no buta – Porco Rosso del 1992, stava iniziando il lungo lavoro preparatorio per la realizzazione del suo film più complesso ovvero quel Mononoke hime -Principessa Mononoke che lo avrebbe lanciato definitivamente nell’olimpo internazionale e dove oltretutto avrebbe fatto uso, per la primissima volta, di alcuni particolari effetti animati in computer graphic: la realizzazione del videoclip commissionato da Chage & Aska fu quindi per Miyazaki non solo l’occasione di sperimentarsi, anticipando quella speciale gestione delle luci e dei movimenti di colore che avrebbe connotato tutti i lavori della sua maturità (osservate, ad esempio, nella splendida sequenza dell’irruzione della polizia nella torre della setta religiosa, la fluidità del fumo e delle fiamme in ogni esplosione, nonché il loro viraggio dei colori dal marrone all’arancio, quasi a dotarli di vita propria), ma anche un unicum di assoluta libertà espressiva. 

Usando i particolari e specifici strumenti espressivi offerti dal medium della videomusic, come le ripetizioni di scene identiche durante i flashback/analessi e le anticipazioni nei flashforward/prolessi (ritmicamente caratterizzanti la sottolineatura dei ritornelli musicali della canzone), Hayao Miyazaki ha creato con On Your Mark un vero piccolo poema per immagini, nel quale, senza curarsi minimamente della corrispondenza con il testo della canzone, viene narrata una storia emozionante e personalissima, inventata per l’occasione: la descrizione del rocambolesco salvataggio di una misteriosa creatura dalle sembianze angeliche, ad opera di due coraggiosi e scanzonati poliziotti, diventa alla fine l’occasione per lo spettatore per rivivere tutti insieme, in una sorta di concentrato visivo, ognuno dei topoi e delle tematiche più care alla poetica miyazakiana, dalla critica alla tecnocrazia, al pericolo dell’inquinamento nucleare, fino all’esaltazione del volo nel cielo aperto, inteso sempre con il valore più emblematico possibile di una libertà senza paure.

Se già nel tradizionale cinema live action molte delle cose che durante la visione ci appaiono spontanee o addirittura incidentali sono in realtà molto spesso frutto di un lungo lavoro di costruzione e simulazione (a partire dalle comparse in strada fino agli oggetti di arredamento nelle scene d’interno), in un film di animazione assolutamente nulla di ciò che vediamo è casuale, giacché tutto è stata disegnato ed animato per l’occasione, con le nozioni stesse di scenografia e sfondo ambientale di fatto elevate a pura narrazione: osservando pertanto con la dovuta attenzione il nostro cortometraggio, oltre all’incredibile livello di realismo e cura nel dettaglio con cui viene resa ogni cosa presente nei fotogrammi ed a cui i precedenti lavori dello Studio Ghibli ci avevano già abituato (durante lo scontro a fuoco iniziale possiamo letteralmente contare i buchi, creati dai proiettili sulle pareti ed i mobili vicino ai poliziotti, che si aprono in parallelo ai colpi sparati), ci si accorge ben presto di come in questa prima opera del nuovo corso miyazakiano, sia presente anche una maggiore tensione concettuale nel modo di rappresentare e di scegliere cosa mostrare allo spettatore, così che tutto, dal più piccolo filo d’erba alle grandi architetture sopraelevate della città futurista a sviluppo verticale, abbia sempre la duplice valenza di raccontare una storia (per lo più con lo stile della fiaba moderna, come faceva in letteratura italiana Gianni Rodari) e di trasmettere un’idea valoriale della società.

Malgrado l’esiguo minutaggio a disposizione del regista e degli animatori, On Your Mark riesce ugualmente a comunicare da un lato una certa sensazione di familiarità con tanta fantascienza adulta letta nei libri e nei fumetti o anche vista al cinema (quella più interessata a mostrare un possibile sviluppo della nostra civiltà, piuttosto che alla costruzione di mondi alieni e navi spaziali), mentre dall’altro rivendica il ruolo di segnale d’allarme sui pericoli derivanti dalla gestione dell’energia atomica (la fuga dei due poliziotti dalla città sotterranea è un viaggio quasi suicida verso una superfice terrestre resa invivibile dalle radiazioni e costellata da espliciti e continui cartelli di avviso sul pericolo radioattivo o sulla letalità dei raggi solari non più filtrati dallo strato di ozono), dal divario sociale sempre più accentuato in un’urbanizzazione ad alveare (come efficacemente mostrato dal ciarpame accumulato vicino alle porte, visibile anche solo in pochi secondi nella scena dell’uscita frettolosa dal condominio contro il quale si è schiantato l’autoblindo usato per scappare dal laboratorio) ed infine dall’atteggiamento prevaricatore e non curante dei diritti individuali tenuto dagli scienziati incaricati dal governo a condurre esperimenti sulla creatura angelica (comicamente disegnati ed animati come goffe creature, simili a corpulenti animali dentro le loro tute sgraziate).

Il risvolto allegorico e simbolico dell’intero cortometraggio è senza dubbio davvero preponderante e questo al netto delle sequenze action, realizzate tutte con una maestria incredibile ed assolutamente ricche di pathos ed in alcuni momenti persino di comicità, ma lo sviluppo ed il riavvolgersi frequente della storia lascia appositamente nel dubbio lo spettatore in svariati momenti: perché, ad esempio, dopo lo scontro con gli elicotteri governativi, vediamo l’autoblindo dapprima precipitare nel vuoto, senza possibilità di salvezza per i suoi passeggeri, mentre poi, nella stessa scena ripetuta, lo vediamo decollare di colpo, con un esito completamente differente? Si tratta di un sogno oppure è l’effetto di misteriosi poteri soprannaturali dell’angelo? Allo stesso modo, è lecito domandarsi se sia reale anche il viaggio a tutta velocità, a bordo della italianissima decappottabile Alfa Romeo Giulietta Spider, lungo il paesaggio desolato della periferia cittadina abbandonata, verosimilmente resa tossica dalle radiazioni emanate dall’enorme struttura che si vede sullo sfondo (lo stesso Miyazaki ha dichiarato trattarsi della rappresentazione di un edificio contenente un reattore nucleare scioltosi da tempo, in palese citazione del disastro di Černobyl’) o se più piuttosto non sia una raffigurazione allegorica della speranza per una nuova vita migliore.

Tra le tante discussioni che hanno accompagnato l’uscita di questo cortometraggio (come accade ogni volta per i capolavori del maestro giapponese), è senza dubbio degna di nota l’ipotesi suggestiva formulata dal professor Marc Hairston, docente dell’Università di Dallas in Texas, il quale sostiene come tutto On Your Mark altro non sia che il poetico e personalissimo addio di Miyazaki alla sua creatura prediletta, quel Kaze no tani no Naushika – Nausicaä della Valle del vento che è stato il lavoro di una vita per più di vent’anni continuativi, finché non fu arrivato il momento di lasciare andare sia il personaggio stesso di Nausicaä, sia le idee che esso rappresentava (sulle quali negli anni lo stesso Miyazaki aveva cambiato opinione personale): con il tramite dei due ardimentosi poliziotti, Hayao Miyazaki libera quindi la sua eroina (che non a caso ha sembianze identiche alla creatura angelica del nostro videoclip), lasciandola volare in cielo, aprendo così la strada ed il cuore alla sua nuova principessa e leader ovvero San, la ragazza-spettro cresciuta dai lupi, la Mononoke che combatte contro la città di ferro degli uomini, ma con i quali, alla fine, scende a compromesso per costruire un mondo migliore, dove animali, uomini e spiriti della natura possano vivere insieme.

Buona visione.


On Your Mark, JPN, 1995

Regia: Hayao Miyazaki Soggetto e Sceneggiatura: Hayao Miyazaki Character Design: Masashi Ando Art Director: Youji Takeshige Animation Director: Masashi Ando Sound Director: Naoko Asari Fotografia: Atsushi Okui Produttore: Toshio Suzuki

N.B.: Per molti anni, prima che venisse inserito come contenuto extra in alcuni DVD e Blu-ray dello Studio Ghibli, il cortometraggio On Your Mark è stato una sorta di “unicorno” introvabile ed ancora adesso se ne trovano versioni tagliate o in bassissima risoluzione nelle varie piattaforme di sharing video (quella più diffusa, distribuita su Dailymotion, è semplicemente pietosa!) e questo ovviamente per una questione di riservatezza dei diritti, perciò, qualora foste interessati, vi consiglio di scaricarvi il file sul vostro PC (questo il link di Mega), anche perché non penso che la versione da me caricata su Vimeo (quella che ho linkato nel testo del post) non so quanto rimarrà a disposizione…