Sword Art Online: Il Game che non è un Gioco

Quando nel 2012 uscì l’anime di SAO (Sword Art Online) rimasi subito colpito dalla trama. In quegli anni si incominciava a sentir parlare dei visori di realtà virtuale e questo anime (trasposizione della light novel del 2002 di Reki Kawahara con illustrazioni di abec), che ha portato la realtà virtuale ad un passo successivo con l’immersione totale, mi aveva talmente incuriosito da spingermi a divorare tutta la prima stagione in un solo giorno!

La storia è ambientata tra il 2022 e il 2024, quando in Giappone viene inventato il NerveGear ovvero il primo casco di realtà virtuale “full dive”: tutti gli stimoli inviati dal cervello vengono bloccati dal casco e reindirizzati all’interno della realtà virtuale, permettendo così di muovere il proprio avatar e ricevere stimoli all’interno del gioco.

Sull’onda di questo nuovo dispositivo viene creato “Sword Art Online“, il primo VRMMORPG, un gioco fantasy ambientato ad Aincrad, dove non esiste la magia, ma si combattono i mostri solo all’arma bianca: Aincrad è un castello gigantesco che fluttua in aria ed ogni piano ha un’estensione di chilometri con città, foreste, laghi e quant’altro, nonché un doungeon in cui è situato il boss da sconfiggere per accedere al piano successivo.

Il protagonista della storia è Kirito, un gamer che, come altre diecimila persone, ha comprato questo nuovo gioco alla sua uscita e come tutti gli altri giocatori si è connesso al server esattamente il giorno 6 novembre del 2022: non passa, però, molto tempo prima che i giocatori si accorgono che non esiste un comando di log out.

Tra la confusione generale ed il panico scaturito, i giocatori vengono trasporti nella piazza principale dove Akihiko Kayaba, il creatore del NerveGear e di SAO, spiega che d’ora in avanti non ci si potrà più disconnettere dal gioco finché non si saranno completati tutti i 100 piani del castello di Aincrad; inoltre ogni morte nel gioco ed anche ogni tentativo di disconnessione forzata dall’esterno porterà il giocatore alla morte reale, raggiunta attraverso delle microonde ad alta intensità prodotte dallo stesso NerveGear, che friggeranno il cervello del malcapitato. Inizia quindi per Kirito e gli altri giocatori una drammatica corsa al completamento del gioco.

Oltre alla trama, l’animazione e la regia a mio parere sono i tre punti forti della serie, soprattutto nelle fasi di combattimento: non aspettatevi duelli alla Dragon Ball da 150 puntate, perché in SAO sono brevi ma carichi di epicità, cosa che viene accentuata dalle eccezionali musiche di Yuki Kajiura, una delle più grandi compositrici giapponesi… A dire il vero molto spesso mi vado a rivedere i singoli combattimenti su YouTube perché sono una vera meraviglia!

Passando al character design, i personaggi sono molto curati e durante la storia si assiste anche all’evoluzione psicologica del gruppo, in particolar modo di Kirito: è descritto come un giocatore solitario, tale perché ha troppa paura di perdere chi gli sta a cuore, ma grazie ad altri giocatori, in particolar modo l’eroina principale Asuna, passa in modo graduale a formare un gruppo di suoi amici con cui interagire e superare le angosce e i drammi dei due anni di gioco. Personalmente ho apprezzato molto questo suo aspetto tormentato, piuttosto che assitere al classico eroe tutto di un pezzo, senza macchia e senza paura.

Detto ciò, credo che SAO si possa definire una delle migliori produzioni degli ultimi anni: non per niente ha dato il via a diverse light novel ed anime incentrati tutti sul rimanere rinchiusi in VRMMORPG, come Overlord oppure Log Horizon.

Se volete darci un’occhiata, potete farlo in streaming su Netflix e su VVVVID oppure ancora meglio comprando la splendida edizione bluray e dvd prodotta da Dynit.

Oltre all’anime, in Italia sono anche arrivati sia la light novel originale, sia il manga, entrambi editi da JPop, nonché vari videogiochi JRPG con sottotitoli in inglese, che potete acquistare per PS4 o su Steam.

Muuu